L’Italia è al bivio.
Restare nel buio o continuare a lottare.
Le nostre rivendicazioni
Matrimonio egualitario
Estensione degli articoli del Codice Civile che regolano il matrimonio civile a tutte le coppie, anche dello stesso genere. Parificazione dell’accesso a tutti gli istituti giuridici che regolano la vita di coppia.
Essere genitori
Estensione della responsabilità genitoriale e dei percorsi di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita):
– accesso all’adozione per single e coppie dello stesso sesso, anche non sposate, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere;
– riconoscimento dei figli e delle figlie alla nascita, e di quelli già nati, alle coppie dello stesso sesso, anche non sposate;
– accesso ai percorsi di PMA alle donne single e alle coppie di donne, anche non sposate;
– legalizzazione e tutela dei percorsi di Gestazione per altri (GPA) etica e solidale per le persone single e in coppia, di qualunque orientamento sessuale/affettivo e identità di genere.
No all’odio e alla violenza
– Estensione della legge Mancino-Reale contro il razzismo e gli altri crimini d’odio, (oggi articoli 604 bis e ter del codice penale) anche alle violenze e alle discriminazioni motivate da orientamento sessuale, identità di genere, sesso, genere e disabilità.
– Iniziative di prevenzione e contrasto del linguaggio d’odio come indicato nelle linee guida del Consiglio d’Europa.
– Incremento dei fondi alle case d’accoglienza e ai centri antidiscriminazione per il supporto e l’assistenza alle persone colpite e per la promozione di una cultura inclusiva.
– Istituzione di un’autorità nazionale indipendente per la tutela dei diritti umani, come più volte richiesto dal Consiglio d’Europa e dagli altri organismi internazionali.
– Formazione specifica e adeguamento delle procedure di accoglienza in merito alle persone migranti costrette a lasciare il Paese di origine a causa del proprio orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Parità a Scuola e nelle Istituzioni
– Introduzione strutturale dell’educazione sessuale, affettiva e al consenso, in tutte le scuole di ordine e grado, secondo quanto indicato dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicate nel 2010, ancora disattese nel nostro Paese. Questo insegnamento è presente in varie forme in tutti i Paesi europei per tutelare le giovani generazioni dai rischi del bullismo, del web e delle infezioni Sessualmente Trasmesse (IST).
– Promuovere il rispetto delle differenze e la parità di genere nel linguaggio a livello istituzionale, introducendo la declinazione di funzioni e cariche al femminile e al maschile, come previsto dalla lingua italiana.
– Programmi di formazione per il contrasto alle discriminazioni e ai pregiudizi fondati sul genere, orientamento sessuale, identità di genere, etnia, disabilità, caratteristiche fisiche ed età.
Riconoscimento dell’identità di genere
– Garantire il riconoscimento dell’identità di genere e applicare i nuovi standard della comunità scientifica per la classificazione delle malattie (ICD 11 approvato dall’OMS nel 2018) e promuovere la depatologizzazione dell’esperienza transgender, gender non conforming e non binary, con conseguente superamento della legge 164/82.
– Una legge per introdurre un procedimento amministrativo di autodeterminazione del nome e del genere di appartenenza, che prescinda da trattamenti medici, che valorizzi la socializzazione del genere d’elezione ed elimini la necessità di rivolgersi ad un tribunale.
– Sostenere l’introduzione della carriera alias nell’accesso ai servizi pubblici (registri di genere presso le amministrazioni comunali) nelle scuole, nelle università, nello sport.
– Nuove disposizioni per l’accesso al mondo del lavoro per le persone transgender, non binarie e gender non conforming, introducendo la fattispecie di “identità di genere” nel d. lgs. 216 del 9 luglio 2003
– Nuove disposizioni per garantire servizi adeguati e formazione del personale medico-sanitario sulle tematiche relative ai percorsi di transizione e alla varianza di genere in età evolutiva.
No alle “terapie riparative”
Divieto dei trattamenti di conversione (cosiddette terapie riparative), ovvero qualunque pratica, di qualsiasi natura, che si ponga l’obiettivo di modificare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona.
Tali trattamenti sono stati dichiarati privi di fondamento dalla comunità scientifica internazionale, che ha più volte ribadito il carattere intrinseco dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Inoltre, anche le Nazioni Unite hanno più volte ribadito la propria condanna verso queste pratiche, assimilabili alla tortura e spesso causa di sofferenze e suicidi.
Diritti delle persone intersex
Ogni persona ha diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo. Così dev’essere anche per le persone intersessuali. Divieto degli interventi chirurgici e delle procedure non necessarie dal punto di vista medico sui bambini e le bambine intersex
Ricezione della Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 febbraio 2019 sui diritti delle persone intersex
Prevenzione e sessualità consapevole
– Misure a sostegno della piena applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza in tutto il territorio nazionale.
– Riprendere il percorso di superamento della legge 135/90 sugli interventi per l’HIV/AIDS in Italia, a partire dalla proposta di legge bipartisan già approvata dalla Commissioni Affari Sociali della Camera dei Deputati, per aggiornarne il punto di vista scientifico, sociale e di politiche sanitarie.
– Potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche e delle campagne istituzionali di sensibilizzazione sul tema della contraccezione e della prevenzione.
– Potenziamento della rete di Check Point per le IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse) e dei programmi di prevenzione community based attraverso un piano di sostegno alle realtà di volontariato e del terzo settore.
Cara politica, prendi la strada dei diritti.
Le scorse elezioni hanno visto la vittoria di una coalizione che guarda al passato e rema contro l’uguaglianza dei diritti.
In questo 2023, continueremo a farci sentire: non un passo indietro, nei confronti di chi governa e di chi è chiamato a fare opposizione. Vogliamo dare voce a un’alternativa reale, che riconosca gli stessi diritti a tutte le persone, anche a chi non li ha. Un’alternativa che dia una risposta a chi non vede rappresentata da nessuna parte la sua idea di futuro, come i milioni di persone scesi in piazza durante i Pride.
Un’alternativa che nella nostra Europa ha trovato spazio già da tempo, al di là degli schieramenti politici.
È semplicemente la strada giusta, perché è quella già indicata dalla nostra Costituzione, che da sempre pone sullo stesso piano diritti civili e sociali.
La strada dei diritti è la strada di chi lotta per un Paese migliore.
È la strada che porta verso un’Italia migliore, per tutte le persone.
Piattaforma aggiornata al 10/2023