Le associazioni LGBTQIA+ aderiscono a Europe for Peace, sabato 5 novembre, per condannare la propaganda “anti LGBT” di Putin contro l’Europa
Oggi ci ritroviamo un conflitto nel cuore dell’Europa, che va avanti da mesi e che va fermato al più presto, poichè le conseguenze devastanti a livello umanitario e socioeconomico stanno martoriando le persone più fragili a livello locale e globale. La pace è necessaria, doverosa, e per essere duratura non può prescindere dalla condanna dell’odio, della repressione e dell’autoritarismo.
L’invasione russa dell’Ucraina, a prescindere dalle numerose e diverse ragioni geopolitiche, è stata giustificata da una propaganda ben precisa contro i principi di libertà e democrazia della nostra Unione Europea. Per motivare l’invasione, Putin ha individuato tra i principali bersagli da sconfiggere, in quanto fonte di ogni degrado, i Pride che si svolgono nelle città europee, le famiglie omogenitoriali e le persone LGBTQIA+. Nei discorsi di chi ha scatenato questa aggressione si legge una chiara strategia persecutoria, in linea con lo sterminio avvenuto pochi anni fa in Cecenia e confermata dall’inasprimento della legge sulla cosiddetta “propaganda gay” in Russia.
La nostra adesione alla piazza del 5 novembre arriva in una momento in cui il nuovo governo dice di voler guardare all’Europa ma nei fatti guarda a Mosca: basti vedere la repressione degli studenti all’Università \Sapienza e il nuovo decreto legge che riduce vergognosamente la libertà di manifestare. Il nostro appello è che si giunga al più presto alla fine delle ostilità e affinché le forze che si troveranno a negoziare condannino senza esitazione la pericolosa propaganda d’odio a sostegno di questa guerra contro la libertà di esprimere la propria identità di genere e orientamento sessuale. Quanto accaduto ha di fatto già costituito una vera e propria censura alla semplice esistenza per milioni di persone in tutta l’Eurasia, che temono di essere uccise o brutalmente torturate come in Cecenia, e ha rinfocolato l’intolleranza anche nei Paesi UE, in particolare dell’est. La stessa Ucraina si stava lentamente avviando verso un percorso di riconoscimento dei diritti civili, che rischia oggi di essere spazzato via.
La nuova legge russa, appena approvata, impedisce persino di pronunciare in pubblico la parola “gay”. Se esiste qualcosa di ancora più devastante della guerra, è il fatto che essa sia motivata dallo spirito di purificare la società da un determinato gruppo di persone sulla base di un’ideologia intrisa di odio e pregiudizio. È uno scenario di cui la storia del ‘900 ci ha mostrato le conseguenze più atroci e disumane: è nostro dovere mettere in campo ogni sforzo affinché ciò non si ripeta.
AGEDO – Associazione genitori, parenti, amiche e amici di persone LGBT+
ARCO – Associazione Ricreativa Circoli Omosessuali
ARCIGAY – Associazione LGBTI+ Italiana
ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana
Associazione LGBT+ Quore
Cammini di Speranza- Associazione nazionale persone cristiane LGBT
C.C.O. Mario Mieli
Centro Salute Trans e Gender Variant – CEST
Dì Gay Project
Famiglie Arcobaleno – Associazione genitori omosessuali
GAYNET – Formazione e Comunicazione sui temi LGBTI
Gender X
Gruppo Trans APS
NUDI – Nessuno Uguale Diversi Insieme
Polis Aperta – Associazione LGBT Forze Armate e Polizia
Pride Vesuvio Rainbow
Prisma Collettivo LGBTQIA+ Sapienza
Rete Genitori Rainbow
Tenda di Gionata
Tgenus
Ufficio Nuovi Diritti CGIL Nazionale