“In vista dal calcio d’inizio di Qatar 2022, lanciamo una petizione per chiedere al nostro calcio di seguire gli altri Paesi Europei, aderendo alla campagna “One Love” e impegnandosi per l’inclusione delle persone LGBTQI+ nello sport”.
Così la nota di Arcigay e Gaynet con il sostegno delle realtà sportive Pride Sport Milano, Lupi Roma Outsport, Pochos Napoli, Polisportiva Revolution, Pegasus Sporting Club SSD e l’adesione di Circolo Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno, Polis Aperta, Omphalos LGBTI, I Sentinelli di Milano, EDGE, ARCO, Quore, La tenda di Gionata, CGIL Ufficio Nuovi Diritti, Cammini di Speranza, Rete Genitori Rainbow, Agapanto, ALFI, NUDI, Gender X, TGenus, CEST, Gruppo Trans APS, Pride Vesuvio Rainbow.
“I continui appelli alla ‘discrezione’ del comitato organizzatore di Qatar 2022 – prosegue la nota – e da ultimo le dichiarazioni dell’ambasciatore dell’evento Khalid Salman (‘l’omosessualità è una malattia mentale’) hanno messo di fatto a rischio la partecipazione delle persone LGBTQI+ e hanno lanciato un messaggio d’odio di portata globale. Queste parole, infatti, sono giunte a tutte le persone appassionate di calcio, di tutte le età, e anche a chi pur non seguendo il calcio ne subisce l’immaginario.
Tutto questo è semplicemente contro lo sport, come dimostrano anche lo statuto della FIFA e i principi generali del comitato olimpico internazionale, che menzionano l’orientamento sessuale tra le discriminazioni da perseguire.
In Italia, il calcio è lo sport che si abbandona di più per via dell’orientamento sessuale, mentre il 41% degli sportivi LGBTI nasconde la propria identità nei luoghi dello sport (Outsport, 2019)
Chiediamo – concludono le associazioni – alla FIGC e al CONI di aderire alla campagna ‘ONE LOVE’ e di aprire al più presto un tavolo di lavoro con le associazioni LGBTQI+ e gli Enti di Promozione Sportiva per la sensibilizzazione contro le discriminazioni nello sport e attraverso lo sport”.