Roma, 27/03/2024
Come associazioni e collettivi di persone transgender e loro alleate, apprendiamo con perplessità la comunicazione congiunta dei Ministri Schillaci e Roccella volta a definire in modo verticale e centralizzato i protocolli e le linee guida per l’accesso ai percorsi di affermazione di genere delle giovani persone trans* e non binarie.
È fondamentale sottolineare che l’istituzione del tavolo tecnico governativo volto a vagliare tali percorsi, pur a fronte delle recenti azioni politiche e mediatiche promosse da chi tenta di suggerire la pericolosità di tali percorsi salvavita, non ha visto – al momento- alcuna interlocuzione con quelle realtà associative che da decenni si occupano della salute delle persone trans. Pertanto, riteniamo doveroso il coinvolgimento diretto delle nostre realtà associative, onde evitare il rischio che il tavolo possa esser diretto e condotto da chi fino ad oggi ha guidato una crociata ideologica contro la nostra comunità, negando e marginalizzando i bisogni delle persone trans più piccole, con il concreto rischio di peggiorare ulteriormente le condizioni della popolazione trans, in Italia già drammaticamente precaria.
La letteratura scientifica ci ricorda, infatti, che a fronte del 40% di giovani persone trans* a rischio suicidio (cfr. James SE, et al. National Center for Transgender Equality. 2016), la terapia con triptorelina riduce del 70% tale drammatica possibilità (cfr. Turban JL et al. Pediatrics. 2020). Anche lo studio di Diana Tordoff(MPH Standford School of Medicine) ha dimostrato che interventi legislativi avversi ai percorsi di affermazione di genere possono aumentare il rischio di suicidio delle giovani persone trans*. Nelle giovani persone trans accompagnate nel loro percorso di affermazione e supportate con terapie di sospensione dello sviluppo si riscontra il 60% in meno di casi di depressione e il 73% in meno di pensieri o tentativi di suicidio rispetto a quelle che non ricevono supporto medico nei loro percorsi. Davanti a questi dati inequivocabili, confermati anche dal comunicato congiunto emesso da ACP, AIT, AME, ONIG, SIAMS, SID, SIE, SIEDP, SIGIS, SIMA, SINPIA (sezione di psichiatria) SIPPS, ci stupisce che il Governo non abbia tenuto conto del dato tecnico, ma abbia invece sentito il bisogno di condurre una battaglia che sembra ideologica, finalizzata a bandire l’utilizzo di tale farmaco salvavita, così da assecondare retoriche oscurantiste.
Ci chiediamo come sia possibile apprendere tale notizia solo attraverso la stampa, nonostante le nostre realtà associative siano accreditate dalle stesse istituzioni sanitarie attraverso la piattaforma “infotrans” dell’Istituto Superiore di Sanità, nel pieno riconoscimento dei nostri servizi e del nostro know-how sui temi relativi al benessere della popolazione transgender.
Non ci sembra allora logico né scientifico che il Governo istituisca, in modo unilaterale, un tavolo tecnico volto a legiferare su di noi e sui nostri corpi, ignorando le nostre esperienze e le nostre competenze.
É importante ricordare, infatti, che in questo Paese, l’unico stabile presidio posto a tutela della comunità trans è costituito dal lavoro, dalla conoscenza e dai servizi erogati dalle associazioni trans*; é tale competenza interna che ha consentito di portare avanti le istanze della comunità trans in relazione a diritti fondamentali come quello alla salute.
Sono quindi le associazioni, i collettivi e i movimenti trans* i soggetti che detengono una autorevole esperienza e competenza di cui non si può non tenere conto. Se il Governo vuole dunque individuare gli esperti cui affidare le valutazioni tecniche sulla salute trans, non può certamente prescindere dalle nostre competenze e conoscenze.
Per contro, se lo scopo del tavolo è quello di assecondare visioni oscurantiste e transfobiche, non possiamo che dissociarci totalmente, ribadendo che la comunità transgender è l’unico soggetto legittimato a portare l’esperienza diretta e a poter fornire alcune competenze irrinunciabili sui temi legati all’identità di genere.
In nessun modo, d’altronde, riterremo qualificato un tavolo tecnico composto da soggetti che siano scelti in base a criteri di prossimità politica o noti per promuovere posizioni antiscientifiche e ideologiche.
Ove il Governo decidesse – come riterremo opportuno – di coinvolgere le associazioni trans* nell’istituzione del tavolo, saremo prontə a fornire una risposta adeguata orientata unicamente alla tutela delle necessità e del benessere psicofisico delle persone trans, garantendo un approccio completo, rispettoso e scientifico alla questione.
A tali fini e nell’interesse della Comunità, laddove il Governo intenda effettivamente istituire un confronto serio e scientifico sui temi che ci riguardano, ci rendiamo disponibili ad intervenire nei termini descritti, ritenendo che tale modalità sia l’unica idonea a garantire che le esigenze e i diritti delle persone transgender siano pienamente riconosciuti e tutelati.
Associazioni LGBT+ e Transfemministe aderenti
MIT – Movimento Identità Trans
Libellula Italia APS
ATN – Associazione Trans Napoli
Gender Lens
Gender X APS
Gay Net
Casa delle donne Lucha y Siesta
EDGE
Famiglie Arcobaleno
Antinoo Arcigay Napoli
Pochos Napoli
Pride Vesuvio Rainbow
Coordinamento Campania Rainbow
Gruppo Trans
Affetti Oltre il Genere
Radicali Napoli
Circolo di cultura Omosessuale Mario Mieli
ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana
Rete Genitori Rainbow
Associazione Quore
Agapanto
T Genus
CEST
Associazione Romni APS
Associazione Rowni-Roma
Woman Network Italy APS
NUDI
Dì Gay Project
Arcigay Nazionale
Differenza Lesbica Roma
Snodo Mandrione Aps
Psy Onlus Aps
Arcigay Rete Trans Nazionale
Omphalos Lgbt+
Agedo nazionale
Sportello Trans ALA Milano
Libere soggettività e Professionistə
Antonello Sannino
Cristina Leo, psicologa
Daniela Lourdes Falanga
Fabiomassimo Lozzi, regista
Giovanna Auguanno, Psicoterapeuta
Giulia Senofonte, Endocrinologa
Milo Serraglia, formatore
Ottavia Voza
Rosa Rubino
Tanya Di Martino
Laura Princivalli
Arianna Miriam Fiumefreddo
Gianmarco Negri, avvocato